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      Ogni passo che il principe aveva fatto ad umiliare la Chiesa Anglicana, ed esaltare quella di Roma, era stato avversato dal Tesoriere. Era pur vero, che qualvolta aveva sperimentata vana ogni opposizione, egli si era sottomesso di malavoglia; chè anzi aveva cooperato a mandare ad esecuzione quegli stessi progetti ch'egli aveva con estremo calore contrastati. Egli era vero che, quantunque abborrisse la Commissione Ecclesiastica, aveva consentito di essere uno de' Commissari. Era anche vero, che mentre dichiarava di non trovare nessuna cagione di biasimo nella condotta del vescovo di Londra, aveva ripugnantemente votato a favore della sentenza che lo cacciò dalla sua sede. Ma ciò non era bastevole. Un principe dedito ad un'intrapresa così grave ed ardua come quella in cui Giacomo s'era messo, aveva diritto d'esigere dal suo primo ministro, non una acquiescenza fatta mal volentieri e senza grazia, ma una zelante e fortissima cooperazione. Mentre con tali consigli la cabala tentava di continuo l'animo di Giacomo, gli giungevano per la posta-di-un-soldo molte lettere cieche, ripiene di calunnie contro il Lord Tesoriere. Questo modo d'aggressione era stato immaginato da Tyrconnel, e concordava perfettamente con ogni azione della sua vita infame(778).
      Il Re esitava. E' sembra, a dir vero, che portasse singolare affetto al suo cognato, e per l'affinità, e per la lunga dimestichezza, e per molti scambievoli buoni uffici. Pareva probabile che finchè Rochester avesse continuato a sottoporsi, quantunque lento e mormorando, alle voglie del Re, sarebbe rimasto, di nome, primo ministro.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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