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      Erasi persuaso che sarebbe stato così facile sorprendere tre grandi Regni, come lungo tempo dopo gli tornò facile sorprendere Barcellona.
      XVI. Guglielmo ascoltò, ripensò, e rispose, con parole vaghe: il bene dell'Inghilterra stargli tanto a cuore, che non lo perderebbe mai d'occhio(823). Qualunque fossero i suoi intendimenti, non era probabile ch'ei si scegliesse a confidente un temerario e vanaglorioso cavaliere errante. Questi due mortali null'altro avevano di comune che il coraggio personale, il quale in entrambi giungeva all'altezza d'un favoloso eroismo. Mordaunt aveva bisogno solamente di eccitarsi nel conflitto, e di rendere attonito il mondo. Guglielmo mirava perpetuamente ad un solo gran fine, al quale era trascinato da una forte passione, ch'egli reputava sacro dovere. Onde ridursi a quel fine, faceva prova d'una pazienza, siccome una volta egli disse, simile a quella con cui aveva veduto nel canale un marinaio lottare contro la corrente, spesso ricacciato indietro, ma non cessando mai di spingersi innanzi, satisfatto se potesse con molte ore di fatica, avanzare di pochi passi(824). Il Principe pensava che le imprese le quali non lo facevano avvicinare a cotesto fine, per quanto il volgo potesse estimarle gloriose, fossero vanità fanciullesche.
      S'avvisò, quindi, di ricusare il consiglio di Mordaunt; e senza alcun dubbio ei fece bene. Se Guglielmo nel 1686, o anche nel 1687, avesse tentato di fare ciò che egli fece con tanto prospero esito nel 1688, è probabile che molti Whig, alla sua chiamata, sarebbero corsi alle armi; ma avrebbe, ad un'ora, sperimentato la nazione non essere per anche apparecchiata ad accogliere un liberatore armato che veniva da terra straniera, e la Chiesa non essere stata provocata e insultata fino a porre in dimenticanza la dottrina politica, della quale s'era per tanto tempo singolarmente inorgoglita.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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