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      Ma Churchill non era osservatore superficiale, e conosceva profondamente dove stava il suo vero utile. Se il suo signore conseguisse piena libertà di concedere gli uffici ai papisti, non rimarrebbe in quelli nemmeno un solo de' protestanti. Per qualche tempo pochi de' più prediletti servitori della Corona forse sarebbero esenti dalla proscrizione universale, sperando che s'inducessero a cangiare religione; ma anche essi tra breve cadrebbero, l'uno dopo l'altro, come era già caduto Rochester. Churchill avrebbe potuto schivare cotesto pericolo, ed acquistare maggior grazia presso il Re uniformandosi alla Chiesa di Roma; e pareva probabile con un uomo che non era meno notevole per avarizia ed abiettezza, che per capacità e valore, non aborrirebbe dal pensiero di ascoltare la Messa. Ma v'ha tale incoerenza nella umana natura, che esiste qualche parte sensibile anche nelle coscienze più dure. E così costui, che doveva il proprio inalzamento al disonore della sorella, ch'era stato mantenuto dalla più prodiga, imperiosa e svergognata delle bagasce, e la cui vita pubblica, a coloro che possono tenere fitti gli occhi allo abbagliante splendore del genio e della gloria, sembrerà un prodigio di turpitudini, credeva nella religione ch'egli aveva succhiata col latte, e rifuggiva dal pensiero di abiurarla formalmente. Egli si stava fra un terribile dilemma. Tra i mali terreni quello che più egli temeva era la povertà. L'unico delitto del quale il suo cuore aveva ribrezzo, era l'apostasia.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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