Pagina (1096/1707)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il Re desiderava che venissero posti sotto il comando d'ufficiali romani. Il Principe fermamente s'opponeva. Il Re aveva ricorso ai soliti luoghi comuni della tolleranza. Il Principe rispondeva ch'egli altro non faceva che seguire lo esempio di Sua Maestà. Era a tutti noto che uomini abili e leali erano stati in Inghilterra cacciati da' loro uffici, solo per essere protestanti. Era quindi ragione che lo Statoldero e gli Stati Generali tenessero ai papisti chiuso l'adito agli alti impieghi pubblici. La risposta del Principe provocò l'ira di Giacomo a tal segno, ch'egli nel suo furore perdè d'occhio la verità e il buon senso. Diceva con veemenza esser falso ch'egli avesse cacciato alcuno per motivi religiosi. E se lo avesse fatto, che importava ciò al Principe o agli Stati? Erano essi suoi padroni? Dovevano essi sedere a scranna per giudicare della condotta de' Sovrani stranieri? Da quel dì egli ebbe voglia di richiamare i suoi sudditi ch'erano a' servigi del Governo Olandese. Pensava che facendoli venire in Inghilterra, avrebbe reso più forte sè, e più deboli i suoi peggiori nemici. Ma v'erano difficoltà tali di finanza che era impossibile non se ne accorgesse. Il numero de' soldati ch'egli manteneva, comecchè fosse maggiore che ne' tempi trascorsi, e amministrato con parsimonia, era quale le sue rendite potessero sopportare. Se allo esercito si aggiungessero i battaglioni che erano al soldo dell'Olanda, il Tesoro fallirebbe. Forse si potrebbe indurre Luigi a prenderli al suo servizio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





Principe Principe Sua Maestà Inghilterra Statoldero Stati Generali Principe Giacomo Principe Stati Sovrani Governo Olandese Inghilterra Olanda Tesoro Luigi