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      Giacomo - ed è tutto dire - non commise mai un errore più madornale. I Convittori già forte pentiti d'avere concesso tanto, e incitati dal pubblico biasimo, ardentemente colsero il destro di riacquistare la pubblica stima. Dichiararono quindi unanimemente che non avrebbero mai chiesto perdono d'avere ragione, o ammesso la legalità della ispezione del collegio e della destituzione del loro Presidente.
      XVIII. Allora il Re, secondo che avea minacciato, fece loro sentire tutto il peso della sua mano. Con un solo decreto furono tutti dannati ad essere espulsi. E poichè sapevasi che molti nobili e gentiluomini, i quali avevano patronato di beneficii, gli avrebbero volentieri dati a coloro che tanto soffrivano per le leggi della Inghilterra e la religione protestante, l'Alta Commissione dichiarò i cacciati Convittori incapaci d'occupare beneficii ecclesiastici; e coloro i quali non avevano per anche presi gli ordini sacri, incapaci di ricevere il carattere clericale. Giacomo poteva gioire pensando d'avere tolto a molti di loro gli agi e le speranze di maggiori dignità, e di averli gettati in una disperata indigenza.
      Ma tutti questi rigori produssero un effetto onninamente contrario a quello ch'egli s'era augurato. Lo spirito inglese, quell'indomito spirito che nessun Re della Casa Stuarda potè mai giungere per esperienza ad intendere, destossi vigorosissimo contro una tanta ingiustizia. Oxford, sede tranquilla delle lettere e della lealtà, era in condizioni somiglievoli a quelle in cui trovavasi la città di Londra il giorno dopo che Carlo I tentò di porre le mani addosso ai cinque rappresentanti della Camera.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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