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      A un tratto i legali della Corona dissero di volere prendere una via diversa. Powis, con rossore e ripugnanza tali da non poterli dissimulare, pose nel banco de' testimoni Blathwayt ch'era uno degli scrivani del Consiglio Privato, e trovavasi presente quando i Vescovi furono interrogati dal Re. Blathwayt giurò di averli uditi riconoscere le loro firme. Tale testimonianza era decisiva. "Perchè dunque," disse il giudice Holloway al Procuratore Generale "se avevate cotesta prova, non l'avete prodotta in principio, senza farci perdere cotanto tempo?" Allora si conobbe che la difesa della Corona non aveva voluto, senza assoluto bisogno, valersi di questo modo di prova. Pemberton interruppe Blathwayt, lo assoggettò ad un contro-esame, ed insistè perchè raccontasse pienamente tutto ciò ch'era seguito fra il Re e gli accusati. "Questa è curiosa davvero!" esclamò Williams. "Credete voi" disse Powis "di potere liberamente fare ai testimoni tutte le impertinenti domande che vi passano pel capo?" Gli avvocati de' Vescovi non erano uomini da lasciarsi soverchiare. "Egli ha giurato" rispose Pollexfen "di dire la verità, e tutta la verità; e a noi fa mestieri una risposta, e l'avremo." Il testimone si confuse, equivocò, simulò di fraintendere(1029) la domanda, implorò la protezione della Corte. Ma era caduto in mani dalle quali non era facile svincolarsi. Infine il Procuratore Generale s'interpose, dicendo: "Se voi persistete a fare tali dimande, diteci almeno l'uso che intendete di farne.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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