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      Danby, dal canto suo, aveva qualche ritrattazione a fare. Un tempo aveva professato, o simulato di professare la dottrina dell'obbedienza passiva nel senso più esteso del vocabolo. Mentre egli era ministro e con la sua sanzione era stata proposta una legge, la quale ove fosse stata approvata, avrebbe escluso dal Parlamento e dagli uffici chiunque avesse ricusato di dichiarare con giuramento la illegalità della resistenza. Ma il suo vigoroso intendimento, ora affatto desto per l'ansietà del bene pubblico e del proprio, non poteva lasciarsi ingannare, se pure lo avea mai fatto innanzi, da cotali fanciullesche fallacie.
      VI. Il perchè assentì, senza andirivieni, alla congiura, e sforzossi di trarvi dentro Compton Vescovo di Londra, già sospeso, e non incontrò difficoltà veruna a riuscirvi. Non v'era prelato che al pari di Compton avesse patito la ingiustizia del Governo; nè v'era prelato che potesse tanto sperare da un rivolgimento; imperciocchè egli aveva diretta la educazione della Principessa d'Orange, e credevasi che ne avesse in larga misura la fiducia. Come i suoi confratelli egli, finchè non fu oppresso, aveva insegnato essere delitto resistere alla oppressione; ma dacchè gli fu forza appresentarsi all'Alta Commissione, un nuovo raggio di luce scese a stenebrargli la mente(1058).
      VII. Danby e Compton desideravano avere Nottingham compagno alla impresa. Gli apersero intieramente il disegno, e quei lo approvò. Ma dopo pochi giorni cominciò a sentirsi inquieto. Non aveva mente abbastanza forte da emanciparsi dai pregiudicii della educazione.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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