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      In quel momento sopravvenne una tempesta, e lo costrinse a ricoverarsi nel porto di Portsmouth(1153). Allora Giacomo, che poteva giudicare intorno a cose di marina, si dichiarò sodisfattissimo della condotta del suo ammiraglio, il quale aveva fatto ciò che uomo potesse fare, ed aveva ceduto solo alla irresistibile contrarietà del vento e delle onde. Più tardi lo sciagurato principe cominciò, senza ragione, a sospettare che Dartmouth fosse reo di tradimento o almeno di lentezza(1154).
      Il tempo aveva sì bene giovata la causa de' Protestanti, che taluni più pii che savi crederono sicuramente le ordinarie leggi della natura essere state sospese per la salvezza della libertà e della religione d'Inghilterra. Precisamente cento anni innanzi, dicevano essi, l'armata, invincibile da forza umana, era stata dispersa dal soffio dell'ira di Dio. La libertà civile e la vera fede trovaronsi di nuovo in pericolo, e di nuovo i docili elementi combatterono per la buona causa. Il vento sbuffava forte da Levante mentre il Principe voleva passare lo Stretto; cominciò a spirare da Mezzogiorno allorchè egli desiderava d'approdare a Torbay; era cessato affatto mentre facevasi lo sbarco, e divenne di nuovo procelloso percotendo in faccia la flotta regia. Nè tralasciavano di notare come per una straordinaria coincidenza il Principe fosse giunto alle nostre spiagge nel giorno in cui la Chiesa Anglicana celebrava con preci e rendimenti di grazie la memoria di quello evento onde miracolosamente la casa regale e i tre Stati del Regno avevano scansato la più nera congiura che ordissero mai i papisti.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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