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      I Commissari erano di necessità ansiosi di sapere quale fosse il vero scopo del Principe. Aveva loro ricusato un colloquio privato; e poco poteva raccogliersi da ciò ch'egli potesse dire in una pubblica udienza. Quasi tutti i suoi confidenti erano uomini al pari di lui taciturni e impenetrabili. Il solo Burnet era ciarliero e indiscreto. E nondimeno le circostanze avevano fatto nascere il bisogno di fidarsi di lui; e Halifax con la sua squisita destrezza gli avrebbe indubitatamente tratto dalla bocca i secreti, agevolmente come le parole. Guglielmo sapeva tutto questo, e come gli fu detto che Halifax andava in cerca del dottore, non potè frenarsi dallo esclamare: "Se si uniranno insieme, e' vi sarà un bel pettegolezzo." A Burnet fu inibito di vedere i Commissari in privato; ma con parole cortesissime gli fu detto che il Principe non aveva il più lieve sospetto della fedeltà di lui; e perchè non vi fosse cagione a dolersene, la inibizione fu generale.
      LXXII. Quel dì i nobili e i gentiluomini, ai quali Guglielmo aveva chiesto consiglio, adunaronsi nella gran sala del principale albergo di Hungerford. Oxford presedeva, e le proposte del Re furono prese in considerazione. Tosto si conobbe che l'assemblea era divisa in due partiti, l'uno de' quali era bramoso di venire a patti col Re, l'altro ne voleva la piena rovina; ed erano i più. Ma fu notato che Shrewsbury, il quale a preferenza di tutti i Nobili d'Inghilterra supponevasi godere la confidenza di Guglielmo, quantunque fosse Whig, in questa occasione era coi Tory.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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