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      Il Tamigi era infestato da una torma di pirati, che sotto pretesto di cercare armi o delinquenti, mettevano sossopra ogni barca che passava; insultati e maltrattati gli uomini impopolari. Molti che tali non erano, reputaronsi fortunati di potere riscattare le persone e la roba loro donando alcune ghinee ai fanatici Protestanti, i quali senza autorità legittima s'erano fatti inquisitori. Ma in tutta cotesta confusione che durò vari giorni e si estese a molte Contee, nessuno de' Cattolici Romani perdè la vita. La plebaglia non mostrò brama di sangue, tranne nel caso di Jeffreys; e l'odio di che s'era reso segno costui poteva piuttosto chiamarsi umanità che crudeltà(1236).
      Molti anni dipoi Ugo Speke affermò che la Notte Irlandese era opera sua, ch'egli aveva istigati i villani che posero in concitazione Londra, e che egli era lo autore delle lettere le quali avevano sparso lo spavento in tutta l'isola. La sua asserzione non è intrinsecamente improbabile: ma non ha altra prova tranne le parole di lui. Egli era uomo bene capace di commettere tanta scelleraggine, e anche capace di vantarsi falsamente d'averla commessa(1237).
      Guglielmo era impazientemente aspettato a Londra, poichè nessuno dubitava che egli con la energia e abilità sue ristabilisse tosto l'ordine e la sicurezza pubblica. Nondimeno vi fu qualche indugio, del quale il Principe non può giustamente biasimarsi. La sua primitiva intenzione era stata di recarsi da Hungerford ad Oxford, dove, secondo che lo avevano assicurato, avrebbe avuto onorevoli e affettuose accoglienze: ma lo arrivo della deputazione partita da Guildhall lo indusse a cangiare pensiero e correre speditamente alla metropoli.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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