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      Per via seppe che Feversham, obbedendo ai comandamenti del Re, aveva disciolto lo esercito, e che migliaia di soldati senza freno, e privi delle cose necessarie alla vita, erano sparse per le Contee le quali attraversa la via che mena a Londra. Gli era quindi impossibile di viaggiare con poco seguito senza grave pericolo non solo per la sua propria persona, di cui non aveva costume d'essere molto sollecito, ma anche pei grandi interessi a lui affidati. Era mestieri che egli si movesse a seconda del muoversi delle sue milizie, le quali in quei tempi non potevano procedere se non lentamente a mezzo il verno per gli stradali della Inghilterra. In cosiffatte circostanze egli perdè alquanto il suo ordinario contegno. "Con me non si deve trattare a questo modo" esclamò egli con acrimonia, "e Milord Feversham se ne avvedrà bene." Furono presi pronti e savi provvedimenti per rimediare ai mali cagionati da Giacomo. A Churchill e Grafton fu dato lo incarico di raggranellare la dispersa soldatesca e riordinarla. I soldati inglesi vennero invitati a rientrare nello esercito. Agli irlandesi fu fatto comandamento di rendere le armi sotto pena di essere trattati come banditi, ma fu loro assicurato che, obbedendo con pace, verrebbero provveduti del necessario(1238).
      Gli ordini del Principe furono quasi senza ostacolo mandati ad esecuzione, tranne la resistenza che fecero i soldati irlandesi che presidiavano Tilbury. Uno di costoro appuntò una pistola contro Grafton; l'arme non prese fuoco, e lo assassino in sull'istante fu steso morto da un Inglese.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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