Pagina (1478/1707)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La risposta è chiara. Uno de' precipui aggravi de' quali la nazione querelavasi era il modo onde era stato eletto quel Parlamento. La maggior parte de' rappresentanti i borghi erano stati eletti da collegi elettorali ordinati in un modo che veniva universalmente considerato illegale, ed era stato biasimato dal Principe nel suo Manifesto. Lo stesso Giacomo, poco innanzi la sua caduta, aveva assentito a rendere a' Municipi le antiche franchigie. Guglielmo adunque sarebbe stato incoerentissimo a sè stesso, qualora, dopo d'avere prese le armi col fine di ricuperare i ritolti privilegi municipali, avesse riconosciuto come legittimi rappresentanti delle città d'Inghilterra individui eletti in onta a quei privilegi.
      Sabato, il dì 22, i Lordi ragunaronsi nella consueta sala. Spesero quel giorno a stabilire il modo di procedere. Elessero un segretario; e non potendosi avere fiducia di nessuno de' dodici giudici, invitarono alcuni de' più reputati avvocati per giovarsi del loro consiglio nelle questioni legali. Deliberarono che nel prossimo lunedì lo stato del Regno verrebbe preso in considerazione(1267).
      Lo intervallo fra la tornata del sabato e quella del lunedì fu tempo d'ansietà e pieno d'avvenimenti. Un forte partito fra' Pari vagheggiava tuttavia la speranza che la Costituzione e la religione del Regno si potessero assicurare senza deporre il Re dal trono. Costoro determinarono di mandargli un indirizzo supplicandolo consentisse termini tali da far cessare il malcontento e i timori suscitati dalla sua passata condotta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





Parlamento Principe Manifesto Giacomo Municipi Inghilterra Lordi Regno Pari Costituzione Regno