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      In un solo giorno la politica d'un regno lungo, pieno di vicissitudini e glorioso, restò sconcertata. Inghilterra era di nuovo la Inghilterra d'Elisabetta e di Cromwell; e le relazioni di tutti gli Stati della Cristianità furono pienamente cangiate dalla repentina intromissione di questo nuovo potentato nel sistema europeo. I Parigini non sapevano d'altro discorrere se non di ciò che seguiva in Londra. Il sentimento nazionale e religioso spingevali a parteggiare per Giacomo. Non sapevano un jota della costituzione inglese. Abbominavano la Chiesa Anglicana. La nostra rivoluzione pareva loro non il trionfo della libertà sopra la tirannide, ma una orrenda tragedia domestica, nella quale un venerabile e pio Servio veniva tratto giù dal trono da un Tarquinio, e schiacciato dalle ruote del cocchio d'una Tullia. Gridavano vergogna ai capitani traditori, esecravano le snaturate figliuole, e sentivano per Guglielmo profondo disgusto, comecchè temperato dal rispetto che il valore, la capacità, e i prosperi successi sogliono ispirare(1282). La Regina, sotto la sferza del notturno vento e della pioggia, stringendo al petto il parvolo erede di tre corone, il Re arrestato, derubato, e oltraggiato da uomini ribaldi, erano cose che destavano commiserazione e romanzesco interesse nel cuore di tutti i Francesi. Ma Luigi fu quegli che provò particolari emozioni vedendo le calamità della Casa Stuarda. Si sentì ridestare nell'anima lo egoismo e la generosità tutta dell'indole sua. Dopo molti anni di prosperità egli aveva finalmente dato in un grave inciampo.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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