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      La liberalità di Luigi fu non per tanto molto meno rara e ammirevole della squisita delicatezza con che ei si affaticò ad addolcire le amarezze de' suoi ospiti ed alleggiare il quasi intollerabile peso degli obblighi che addossava loro. Egli, che fino allora nelle questioni di precedenza era stato fastidioso, litigioso, insolente, che s'era più volte mostrato pronto a gettare la Europa in guerra più presto che cedere nel più frivolo punto d'etichetta, adesso fu puntiglioso contro sè stesso, ma puntiglioso per i suoi sventurati amici. Ordinò che Maria fosse trattata con tutti i segni di rispetto onde era stata trattata la defunta sua moglie. Fu discusso se i Principi della Casa di Borbone avessero diritto di sedersi in presenza della Regina. Simiglianti inezie erano cose gravi nell'antica Corte di Francia. V'erano esempi pro e contra: ma Luigi decise la questione contro il proprio sangue. Alcune dame d'altissimo grado trascurarono la cerimonia di baciare il lembo della veste di Maria. Luigi notò la omissione, e con voce tale e con tale sguardo, che tutte le dame di corte da quel giorno mostraronsi sempre pronte a baciarle il piede. Allorquando l'Ester, pur allora scritta da Racine, venne rappresentata in Saint-Cyr, Maria occupò il seggio d'onore. Giacomo le sedeva a destra. Luigi modestamente le si assise a sinistra. Anzi ei consentì che nel suo proprio palazzo un esule, il quale viveva della sua generosità, assumesse il titolo di Re di Francia, e come Re di Francia inquartasse i gigli co' lioni inglesi, e come Re di Francia ne' giorni in che la corte prendeva il lutto, vestisse abito di colore violetto.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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