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      Trovavansi quindi in falsa posizione. La loro antica teoria, vera o falsa che fosse, almeno era completa e coerente. Se era vera, dovevano immediatamente invitare il Re a tornare indietro e permettergli, ove così gli piacesse, di punire nel capo come rei di crimenlese Seymour e Danby, il Vescovo di Londra e quello di Bristol, ristabilire la Commissione ecclesiastica, riempiere la Chiesa di dignitari papisti, e porre lo esercito sotto il comando di ufficiali papisti. Ma se, come gli stessi Tory allora sembravano confessare, quella teoria era falsa, a che aprire pratiche d'accordo col Re? Se ammettevano ch'egli potesse legalmente essere privato del trono finchè non desse soddisfacenti guarentigie per la sicurtà della costituzione della Chiesa e dello Stato, non era agevole negare ch'egli potesse legalmente esserne privato per sempre. Imperocchè quale soddisfacente guarentigia poteva egli dare? Come era possibile formulare un Atto di Parlamento in termini più chiari di quelli in che erano espressi gli atti parlamentari, i quali ingiungevano che il Decano della Chiesa di Cristo fosse un protestante? Come era egli possibile esprimere una qualunque promessa con parole più energiche di quelle con le quali Giacomo aveva più volte dichiarato di rigorosamente rispettare i diritti del Clero Anglicano? Se legge od onore fossero stati bastevoli a vincolarlo, ei non sarebbe mai stato costretto a fuggire dal suo Regno. E non valendo onore o legge a vincolarlo, era savio provvedimento permettergli che ritornasse.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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