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      Furono d'accordo a pregare il Principe seguitasse ad amministrare il governo finchè gli farebbero sapere le deliberazioni loro, a significargli la loro gratitudine d'avere egli, con l'aiuto di Dio, liberata la nazione, e a stabilire che il 31 gennaio si osservasse come giorno di ringraziamento per la liberazione(1302). Fin qui non era differenza alcuna di opinione: ma ambedue le parti apparecchiavansi alla lotta. I Tory erano forti nella Camera Alta, e deboli nella Bassa; e s'accorgevano che in quella congiuntura la Camera che fosse prima a prendere una risoluzione avrebbe gran vantaggio sopra l'altra. Non v'era la più lieve probabilità che i Comuni mandassero ai Lordi un voto a favore del disegno d'istituire una Reggenza: ma ove tal voto dai Lordi fosse mandato ai Comuni, non era onninamente impossibile che molti rappresentanti, anco Whig, inchinassero ad assentire più presto che incorrere nella grave responsabilità di far nascere discordia e indugio in una crisi che richiedeva unione e prestezza. I Comuni avevano deliberato che lunedì 28 di gennaio prenderebbero in considerazione le condizioni del paese. I Lordi Tory, perciò, proposero di discutere, nel venerdì 25, intorno al grande affare pel quale erano stati convocati. Ma le cagioni che a ciò li movevano furono chiaramente conosciute, e la loro tattica frustrata da Halifax, il quale dopo il suo ritorno da Hungerford aveva sempre veduto che il governo poteva riordinarsi solo a seconda de' principii de' Whig, e però s'era temporaneamente con costoro collegato.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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