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      L'unico espediente che poteva far cessare ogni difficoltà era l'istituire una Reggenza. La proposta piacque sì poco che Finch non ebbe animo di chiedere si ponesse ai voti. Riccardo Fanshaw, Visconte Fanshaw del Regno d'Irlanda, disse poche parole a favore di Giacomo e propose la discussione si aggiornasse; ma la proposta provocò universale riprovazione. I rappresentanti, l'uno dopo l'altro, affaccendavansi a mostrare la importanza del far presto. Dicevano i momenti essere preziosi, intensa la pubblica ansietà, sospeso il commercio. La minoranza con tristo animo si sobbarcò, lasciando che il partito predominante procedesse per la intrapresa via.
      XXXVI. Quale sarebbe stata questa via non si poteva chiaramente conoscere: avvegnachè la maggioranza si componesse di due classi d'uomini. Gli uni erano ardenti e virulenti Whig, i quali ove fossero lasciati liberi d'ogni intoppo avrebbero dato ai procedimenti della Convenzione un carattere affatto rivoluzionario. Gli altri ammettevano la necessità d'una rivoluzione, ma la consideravano come un necessario male, e desideravano mascherarla, per quanto fosse possibile, con la sembianza della legittimità. I primi richiedevano si riconoscesse distintamente nei sudditi il diritto di detronizzare i principi; i secondi desideravano di liberare la patria da un cattivo principe senza promulgare alcun principio di cui si potesse fare abuso a fine di indebolire la giusta e salutare autorità de' futuri monarchi. Gli uni discorrevano principalmente del mal governo del Re; gli altri della sua fuga.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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