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      Era stato indotto a tale strana trasformazione dalla brama di essere fatto Vicerè d'Irlanda. Nonostante, presto si vide che il proselite aveva poca speranza di ottenere il magnifico premio al quale era intento il suo cuore: perocchè intorno agli affari di quell'isola ad altri chiedevasi consiglio; all'incontro, quando egli importunamente l'offriva, era accolto freddamente. Andò molte volte al palazzo di San Giacomo, ma appena potè ottenere il favore di una parola o d'uno sguardo. Ora il Principe scriveva; ora aveva mestieri d'aria e doveva cavalcare pel parco; ora stavasi rinchiuso con gli ufficiali ragionando di faccende militari e non poteva dare ascolto a nessuno. Clarendon si accôrse non essere verosimile di guadagnar nulla col sacrificio de' suoi principii e pensò di ripigliarli. In dicembre l'ambizione lo aveva reso ribelle. In gennaio il disinganno lo aveva fatto nuovamente diventare realista. Il rimorso che sentiva nella coscienza di non essere stato Tory costante, diede una speciale acrimonia al suo Torysmo(1320). Nella Camera dei Lordi aveva fatto il possibile a impedire ogni accomodamento. Adesso pel medesimo fine fece prova di tutta la sua influenza sullo spirito della Principessa Anna. Ma cotesta influenza era poca in paragone di quella dei Churchill, i quali accortamente chiamarono in aiuto due potenti collegati, cioè Tillotson, il quale come direttore spirituale aveva in que' tempi immensa autorità, e Lady Russell, le cui nobili e care virtù, esposte a crudelissime prove, le avevano acquistata reputazione di santa.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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