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      Da ogni parte sorsero de' villaggi; in quelle colline cominciarono a echeggiare i belati delle greggi, e le valli si ricoprirono di vigne e di biade. Lo stato prospero de' nuovi coloni eccitò l'invidia de' circonvicini contadini, che erano irritati dall'allontanamento che quelli tenevano da loro, e dal rifiuto che [14] facevano di unirsi alle loro gozzoviglie, e dissipazioni notturne. I preti vedendo che nulla da essi ricevevano fuorchè le decime sempre regolarmente pagate, in conformità delle stipolazioni de' trattati; e accorgendosi che non praticavano alcuna cerimonia ne' funerali; che nelle loro cappelle non avevano immagini; che non andavano in pellegrinaggio ai santi luoghi; che i figli loro venivano educati da precettori stranieri tenuti in grand'onore, cominciarono a gridare all'eresia contro a quei semplici e tranquilli agricoltori. Ma i padroni dei fondi, contenti di vedere in quel modo migliorate le loro terre, e di ritirare cospicue rendite da quelle terre, che prima non rendevano nulla, s'interposero a favore dei loro fittaiuoli; e i preti vedendo il valore delle decime crescere annualmente, prudentemente presero il partito di restar in silenzio (14). La colonia si aumentava di nuovi membri coll'arrivo de' loro fratelli, che fuggivano dalle persecuzioni contro essi incominciate nel Piemonte e in Francia; e continuava a fiorire, quando la riforma spuntava in Italia. Dopo avere sussistito per quasi due secoli, fu vilmente e barbaramente esterminata.(15)
      È un fatto notevole che il rinascimento delle lettere, cominciò in quella rimota parte d'Italia, nella quale i Valdesi avevano trovato il loro asilo.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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