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      La mente umana fu risvegliata dal sonno, da cui sì lungamente era stata oppressa; le sue facoltà si aguzzarono collo studio delle lingue; tutte le antiche dottrine furono spiegate; il barbarismo, sotto cui gemevano le scuole, fu posto in bando; le opinioni e le pratiche, che per tanto tempo erano state riguardate come sacre, e di cui [17] poco innanzi sarebbe stata reputata cosa empia il sospettare, furono allora apertamente rivocate in questione, contestate e rigettate. La elevazione della monarchia papale, e la corruzione del cristianesimo possono essere in gran parte considerate come la conseguenza dell'ignoranza e della barbarie, che oppresse l'Europa occidentale, e si accrebbe nel medio evo. Il rinascimento delle lettere, cacciando le tenebre, ruppe l'incanto, su cui era fondato l'impero della superstizione, e aprì gli occhi del genere umano alle catene di cui, per troppa credulità, si era lasciato caricare da' suoi direttori spirituali.
      Per verità il gusto delle lettere non indica quello della religione, nè il rinascimento delle prime portava necessariamente seco la riforma della seconda. Alcuni pessimi uomini, come Alessandro VI, e i suoi figli, incoraggiarono le arti, e la letteratura; quindi nei panegirici, che i dotti di quel tempo prodigarono alle loro protettrici, si trovano delle cortegiane di Roma messe accanto a dame della più alta nascita(18). Molti, fra i ristoratori della letteratura del secolo XV, pensarono esclusivamente ad occuparsi de' loro studi favoriti; spesso lo scopo loro non si estendeva al di là della scoperta di un vecchio manoscritto, o dello stampare o commentare qualche classico autore.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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