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      Questi due luminari furono seguiti da altri loro compatriotti, scrittori tanto in prosa, che in rima, e le satire contro i preti, e i frati, che divennero poi comuni negli altri paesi, non furono che imitazioni, e traduzioni di quelle dei poeti satirici italiani. Sul principio del sec. XV, Lorenzo Valla, che richiamò dalla tomba la letteratura, e rese all'Italia l'antico splendore dell'eloquenza (26), scrisse contro la pretesa donazione di Costantino, e contro diversi abusi papali. Questo dotto Italiano aveva superato il secolo in cui viveva in ogni sorta di dottrina, essendo egualmente distinto come grammatico, critico, filosofo, e teologo. La sua critica sul Nuovo Testamento, in cui propone molte correzioni alla Vulgata, mostra una perfetta cognizione della lingua greca; e nel suo dialogo sul libero arbitrio difende con molta acutezza i dogmi su quel soggetto, e sulla predestinazione, esposti in seguito da Lutero, e da Calvino (27). La libertà de' [25] suoi sentimenti l'espose allo sdegno dei protettori dell'ignoranza, ed il Valla fu condannato alle fiamme, morte, da cui potè sottrarsi per la protezione di Alfonso I d'Aragona. (28)
      Contemporaneo del Valla fu Poggio Bracciolini, l'autore della patetica, ed elegante descrizione del martirio di Girolamo di Praga, di cui egli fu testimonio oculare, e che fece prova de' suoi talenti nel mettere in vista i vizi del clero, l'ignoranza, e l'assurdità de' predicatori di quel tempo, ne' suoi dialoghi sull'avarizia, sulla lussurja, e sulla ipocrisia.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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