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      Noi conosciamo bene, che un concilio, sia o no convocato, è per voi un oggetto di poca importanza, per voi che siete già, come debbono essere tutti i valorosi e fedeli cristiani, liberati dal tirannico giogo dell'Anticristo, e avete sostenuto il vostro diritto ai privilegi del regno di Gesù Cristo; così che ovunque potete leggere, scrivere, e pubblicamente predicare a vostro piacere, ascoltando, ed insieme giudicando dello spirito dei profeti secondo le regole degli apostoli. Siamo egualmente persuasi, che non vi reca noia il sapere, che ne' paesi stranieri vi si fa la grave accusa di eresia; ma, che al contrario, questa accusa v'è dolce e cara, come titolo d'eterna gloria, per essere i primi a soffrire delle ingiurie, degli imprigionamenti, del ferro e fuoco pel nome di Gesù. È cosa dunque chiara per [98] noi che sollecitando la convocazione di un tal concilio, voi non facciate attenzione alla Germania; ma che obbedendo alla ingiunzione apostolica cerchiate il vantaggio e la salvazione delle altre genti. Per questa santa intenzione tutti i cristiani vi professano le più grandi obbligazioni, e specialmente noi Italiani, che, in proporzione della nostra prossimità alla tirannica corte di Roma (Ohimè! che noi alimentiamo il tiranno dentro il nostro seno), siamo tenuti di riconoscere la grazia divina della vostra liberazione".
      Noi vi supplichiamo, e scongiuriamo per la fede di Gesù (sebbene voi siate all'uopo abbastanza disposti, e non abbiate bisogno de' nostri avvertimenti) d'impiegare ogni mezzo, che sia in vostro potere, presso il religioso imperatore, e muovere cielo e terra per ottenere questa convocazione tanto desiderata quanto necessaria; ed è quasi impossibile, che non vi riusciate, perchè Sua Maestà sa bene che questo concilio è desiderato, aspettato, e fervorosamente sospirato dalle più religiose città d'Italia e dalla stessa Roma.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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