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      Curio fu rilasciato ad intercessione dei parenti, ed il cardinale, invaghito del suo ingegno, procurò di affezionarlo a sè con offerte di danaro per assisterlo nei propri studj e coll'impiegarlo nel vicino priorato di San Benigno, di cui Leone X gli aveva conferita l'amministrazione. In quell'impiego, Curio si diede moto per illuminare quei frati, e liberare le loro menti dall'influenza della superstizione. Avendo un giorno aperta una scatola, che stava sull'altare della cappella, ne estrasse le reliquie ivi contenute, e vi sostituì una copia della Bibbia con la seguente iscrizione: "Questa è l'arca dell'alleanza, che contiene i veri oracoli di Dio, e le vere reliquie dei santi." Questo fu scoperto, quando in una festa solenne fa aperta la scatola, e il sospetto cadde subito sopra Curio, che fuggì a Milano. Questo fatto accadde l'anno 1530. Dopo aver visitato Roma, e altre città, Curio tornò nel Milanese, dove, avendo sposato una signora appartenente all'illustre famiglia Isaici, si dedicò ad [120] insegnare le belle lettere, colle quali ottenne nella città di Milano una gran riputazione. Le depredazioni commesse dalle truppe spagnuole l'obbligarono a lasciare il Milanese; accettò un'invito del conte di Monferrato sotto la cui protezione visse molti anni a Casale, in perfetta tranquillità. (184)
      Fece una gita alla patria, coll'intenzione di ricuperare il suo patrimonio, ma trovò che se n'era impadronita una sorella col suo marito, dopo averlo denunziato per eretico, contro ogni sentimento di natura.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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