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      (188) [124]Ai Tedeschi successe un uomo che, secondo ciò che ne dice uno storico papista contemporaneo, "cagionò una strage di anime assai maggiore di quella che fecero le molte migliaja di soldati protestanti" (189). Questi fu Giovanni Valdès, oppure Valdesso, come qualche volta viene chiamato, gentiluomo spagnuolo che andò in Germania con Carlo V, da cui fu fatto cavaliere, e poi inviato a Napoli, dove fu segretario di D. Pedro di Toledo. Nel tracciare i progressi, che fece la riforma nelle Spagne, avremo occasione di dimostrare quali erano le opinioni religiose di Valdès. Il suo carattere era mirabilmente adattato a produrre per le nuove opinioni, una favorevole impressione. Pieno di erudizione, di somma abilità, di pietà esemplare, d'inclinazione gentile, di maniere cortesi, ed eloquente nelle conversazioni, divenne presto il favorito della prima nobiltà, e di tutti gli uomini illuminati, che, in certe stagioni, andavano in gran numero dalle Provincie a riunirsi nella capitale. Valdès non assunse l'officio di predicatore; ma può servire di modello a chi, non volendo uscire dalla sfera di privato, si sforza pure di estendere sugli altri per quanto gli è possibile, quei lumi, di cui è dotato. Egli con le sue private istruzioni, non solamente imbevve delle verità evangeliche lo spirito di molti chiari uomini, ma contribuì materialmente all'avanzamento delle cognizioni, e all'eccitamento [125] dello zelo di persone, la cui condizione porgeva occasione di predicare al popolo il Vangelo, o di stillare i veri principj del medesimo nella mente di quei giovani, ai cui studj essi sopraintendevano.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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