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      Ho costantemente asserito, secondo i più incontestabili monumenti dell'antichità, che tutti coloro, i quali rivolgono le loro anime a Cristo crocifisso, confidando in lui con la fede, riposano sulle promesse, e si abbandonano con vera fiducia in lui, che non può ingannare, sono liberati da ogni male, e godono della remissione plenaria de' loro peccati. Queste proposizioni sembrano tanto enormi, tanto detestabili; tanto esecrande ai dodici [148] (non posso chiamarli uomini, ma bestie), che giudicarono doversi bruciar vivo l'autore. Se debbo soffrire questo castigo per la mia testimonianza (perchè io la chiamo testimonianza non libello), allora o senatori nulla di più fortunato può accadermi. In tale circostanza stimo, che un cristiano non debba morire al suo letto. Essere accusato, imprigionato, frustato, chiuso in un sacco, appiccato, esposto alle bestie feroci, è poco; sia pur bruciato vivo, purchè le mie ceneri servano alla verità" (228). E dirigendosi ai suoi accusatori dice: "Voi mi accusate di essere degli stessi sentimenti dei Tedeschi. Dio buono! che accusa! Credete voi di legare tutti i Tedeschi in un fascio? Sono eglino tutti malvagi? Ancorchè voi limitaste la vostra accusa ai loro teologi, pure sarebbe assurda. Non vi sono forse in Germania dei teologi eccellenti? Ma la vostra accusa, tuttochè ridicola, ha nonostante una punta, che, partendo da voi, è avvelenata. Voi intendete per Tedeschi Ecolampade, Erasmo, Melantone, Lutero, Pomeranio, Bucero, ed altri accusati di eresia.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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