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      Il mio scopo è stato di farvi conoscere la mia opinione, non di entrare totalmente nella controversia; ma se qualcuno lo desiderasse, sono pronto a discutere la questione nel modo più esteso (264)". Le rimostranze di Melantone non furono capaci di arrestare i progressi di quelle opinioni. In una lettera a Camerario scritta nel 1544 dice: "Vi mando una lettera di Vito, e un'altra scritta da Venezia, che contiene storie vergognose; ma appunto da questi disgraziati esempj veniamo esortati a [176] conservare unanimemente, e col più grande zelo la disciplina, ed il buon ordine (265). E in un'altra lettera allo stesso corrispondente in data 31 maggio 1545, scrive: "Feci jeri una risposta alla questione teologica degl'Italiani, riferita da Vito nel passato inverno. La teologia italiana abbonda di teorie platoniche, e non sarà cosa facile di ricondurli dalla vanagloriosa scienza, di cui sono tanto appassionati, alla verità, e semplicità di esposizione. (266)"
      A questo tempo gli scrittori sociniani hanno fissato l'origine della loro setta. Secondo i loro racconti, più di quaranta persone di gran sapere, e ingegno erano solite di riunirsi in private conferenze, o collegi nei territorj Veneziani, e principalmente a Vicenza, per deliberare un piano a formare una fede più pura, abbandonando parecchie opinioni professate tanto da protestanti, che da papisti; ma queste private riunioni scoperte nel 1546, per tradimento di uno fra loro stessi non poterono aver più luogo; molti membri furono messi in prigione, e molti altri costretti a fuggire in paesi stranieri.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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