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      Fosse con la mira di superare la ripugnanza, che il duca mostrava di sentire per procedere agli estremi, fosse per somministrargli una scusa plausibile per adottare [243] quelle misure di rigore, che già si era impegnato di usare, il papa cercò la mediazione del re di Francia, nipote della ducchessa. Enrico II in conseguenza, mandò alla corte di Ferrara Oritz, suo inquisitore(370). Le sue istruzioni erano di assicurarsi, mediante accurate investigazioni, fino a qual grado lo spirito della duchessa fosse involto negli errori; era dunque necessario di avere con essa una conferenza, per informarla del gran rammarico, che S. M. Cristianissima aveva provato in sentire, che la sua unica zia, che amava, e stimava moltissimo, si fosse smarrita nel laberinto delle nuove, detestabili, e condannate opinioni. Se dopo tutte le sue rimostranze, e argomentazioni, non avesse potuto riguadagnarla con mezzi di dolcezza, egli dovea con l'aiuto del duca, procurare di ricondurla alla ragione col rigore, e con la severità; egli dovea fare un corso di prediche su i punti principali, sopra i quali la duchessa s'era smarrita, alle quali [244] prediche sarebbe stata obbligata di assistere, tanto ella. che tutta la sua famiglia, "qualunque fosse stato il rifiuto, 0 l'opposizione, che avesse creduto opportuno di fare." Se tutto questo fosse riuscito vano a correggerla, egli dovea, in ultimo luogo, nella sua presenza, pregare il duca, in nome di Sua Maestà, di separarla da ogni consorzio umano, affinchè non potesse guastare gli altri; di allontanare da lei i suoi figli stessi, e non accordarle che alcuno in famiglia l'avvicinasse, di qualunque nazione fosse, il quale fosse accusato, o gravemente sospetto di sentimenti ereticali; infine egli dovea istruire un processo, e pronunziare sentenza di esemplare castigo su quei che avesse trovati colpevoli, lasciando unicamente al duca la direzione alla procedura, e il dare tale esecuzione alla pena, che l'affare si terminasse senza scandalo, per quanto lo permettesse la giustizia, e senza pubblica macchia per la duchessa, e pei suoi aderenti (371).


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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