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      Sembra ch'essa abbia allora voluto superare tutte le crudeltà commesse nel medio evo, quando Simone di Montfort, di esecranda memoria, conduceva le crociate contro gli antenati di quel popolo sotto le sacre insegne della Chiesa.
      La colonia valdese nella Calabria citeriore, nel secolo XVI si era aumentata fino a quattro mila individui, che godevano di due città, Santo Sisto [290] appartenente al duca di Montalto, e La Guardia situata sulla riva del mare. Quei semplici coloni, separati da ogni comunicazione coi loro fratelli, e privi di mezzi per educare i loro pastori, nello stesso tempo, che osservavano le forme del loro proprio culto, si erano gradatamente abituati a sentir la messa; senza di che pareva loro difficile di mantenere cogl'indigeni una certa amichevole relazione. Al sentire però, che la dottrina propagata in Italia era fortemente affine a quella dei padri loro, provarono un gran desiderio di venirne in cognizione, ed essendo convinti di avere fino a quel punto fatto errore nel secondare il culto papista, ricorsero ai loro fratelli nelle valli di Fragola, ed ai ministri di Ginevra per avere dei maestri, che l'istruissero con maggior perfezione, e organizzassero le loro chiese secondo i precetti della Scrittura.(434)
      Non sì tosto fu Roma di questo informata, che il sacro collegio spedì in Calabria due frati, Valerio Malvicino, e Alfonso Urbino, per sopprimere le chiese dei Valdesi, e ridurli all'obbedienza della santa sede. I frati, al primo loro arrivo, si mascherarono da persone molto cortesi; ma poi quando ebbero radunato gli abitanti di San Sisto, dissero loro, che non erano venuti coll'intenzione di recar pregiudizio a chicchessia, ma semplicemente per avvertirli in modo amichevole, [291] che da quel momento non ascoltassero altri maestri, che quelli nominati dal vescovo; che se licenziavano quelli, che li avevano fino allora deviati dal retto sentiero, e volevano vivere in avvenire secondo le regole della Chiesa romana, non avevano nulla a temere; ma che se agivano altrimenti, si esporrebbero al pericolo di perder le proprietà, e la vita, incorrendo il castigo dovuto agli eretici.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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