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      Dopo averlo pregato di aver compassione di loro, delle loro mogli, e de' loro figli, gli dissero che da più secoli, essi, e i loro antenati avevano abitato quel luogo, senza mai aver dato ad alcuno motivo di lagnarsi della loro condotta; che se non poteva esser loro permesso di rimanervi ancora, se ne andrebbero, o per mare o per terra, in qualche parte, che piacesse ai superiori di destinare; che impegnerebbero la loro parola di non più tornare, e che non prenderebbero con essi che quanto fosse loro necessario per fare il viaggio, giacchè erano pronti di abbandonare i loro beni piuttosto che violentare la loro coscienza, praticando l'idolatria. Lo pregarono infine di far ritirare i suoi uomini, e non obbligarli a difendersi con ripugnanza, non potendo rispondere delle conseguenze, se li riduceva alla disperazione. Invece di dare ascolto a questa instanza, e riferirla a suoi superiori, il capitano ordinò ai suoi soldati di defilare, e avanzare; e quei sulla montagna li attaccarono, e [293] uccisero la più gran parte; i pochi rimanenti si sottrassero con la fuga.(436)
      Per quest'atto impremeditato di resistenza per parte di pochi, fu immediatamente risoluto di fare vendetta sopra tutta la massa. I frati scrissero a Napoli, che tutto il paese era in istato di ribellione; alla qual notizia il vicerè spedì per la Calabria diverse compagnie di fidati; e per far cosa grata al papa, le seguì egli stesso in persona. Appena giunto sul luogo, seguendo il consiglio degl'inquisitori, fece un proclama, in cui ordinò, che si mettesse San Sisto a ferro e a fuoco, ciò che obbligò gli abitanti a restare ne' loro nascondigli.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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