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      Da questo importante documento si rileva, che gli amici della verità evangelica in Padova erano ancora numerosi (460).
      Fu egualmente rimarchevole la costanza di [315] Francesco Gamba, nativo di Como. Era egli solito di andare a Ginevra per conversare cogli uomini dotti di quella città. Avendo in una di queste gite, partecipato insieme a quelli della cena del Signore, la notizia di questo fatto giunse in patria prima di lui; tanto che fu arrestato sul lago di Como, menato in prigione, e condannato alle fiamme. L'esecuzione di questa condanna fu per qualche giorno sospesa dalla interposizione dell'ambasciatore imperiale, e di alcuni nobili Milanesi; intanto la sua fermezza veniva assalita dagli sconci sofismi de' frati, dalle preghiere degli amici, e dall'interesse, che molti suoi compatriotti papisti prendevano alla sua salvezza. Gamba ricusava modestamente gli ultimi ufficj dei frati; esprimeva tutta la sua gratitudine a coloro, che dimostravano tanto interesse per la sua vita, e assicurava il giudice dolente di essere nella necessità di eseguire la legge, ch'egli lo perdonava, e pregava pure Dio, che lo perdonasse. Affinchè non potesse parlare al popolo, gli fu perforata la lingua. Portato sulla piazza dell'esecuzione, si pose in ginocchio, e fece orazione. Quindi levatosi, girando l'occhio intorno alla folla, formata da parecchie migliaja di spettatori, scoprì un'amico, a cui sollevò agitando la destra, ch'era sciolta, in segno della confidenza, che conservava. Ciò fatto, porse il collo al carnefice, che per grazia speciale, era stato autorizzato a strozzarlo prima di gettarlo sulle fiamme (461). [316]


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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