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      Caro fratello, mi disse, se siete cristiano, perchè vi affliggete cotanto? Non sapete, che non può a terra cadere una foglia senza la volontà di Dio? Consolatevi con Gesù Cristo, perchè le pene attuali non sono degne di essere paragonate alla gloria futura. - Basta; non più questo cicalio, [320] gridò il giudice. Quando fummo vicini a dividerci, mio fratello pregò il giudice di cambiargli la prigione in una meno orribile. - Per voi non v'è che questa prigione. - Abbiate almeno un poco di pietà in questi miei ultimi giorni, e Iddio l'avrà per voi. - Non v'è pietà per de' colpevoli induriti, e ostinati come voi. "Un dottore piemontese, ch'era presente, s'unì meco a supplicare il giudice di accordargli questa grazia; ma quegli fu inesorabile. - Lo farà per amor di Dio, disse mio fratello. - Tutte le altre prigioni sono piene, replica il giudice. - Non saranno tanto piene, che non vi si possa trovar per me libero un cantuccio.... - Voi guastereste col vostro parlar mellifluo tutti quelli, che con voi avessero contatto.- Non parlerò ad alcuno; non farò che rispondere.- Contentatevi; voi non potete avere altro luogo che questo. - Bisogna dunque ch'abbia pazienza, soggiunse mio fratello." Che prova convincente della forza del Vangelo vediamo noi nella fiducia, e nella gioja esternata da Pasquali sotto sì lunghe pene, e sì estenuanti. "Questo è il mio stato (dice in una lettera a' suoi antichi uditori); sento crescere ogni giorno la mia gioja, a misura che mi avvicino all'ora, in cui sarò offerto in dolce odoroso sacrifizio a Nostro Signor Gesù Cristo, mio Salvatore.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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