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      L'estirpazione della colonia fu risoluta; per eseguirla si adoperarono i papi per assicurarsi della cooperazione delle vicine potenze cattoliche, specialmente del monarca spagnuolo, che poco tempo prima aveva ottenuto la sovranità di Milano.
      È difficile l'asserire se nell'animo di Filippo II prevalesse l'ambizione, o la superstizione; ma entrambi collegate lo spingevano a mettersi in quella lotta di gran cuore. La Valtellina ha per confine il Milanese, cui aveva anticamente appartenuto. Filippo, come i duchi, che l'aveano preceduto, ne avea ratificata la cessione alla repubblica dei Grigioni; ma quella ratificazione non gl'impedì di coltivare l'idea di ricuperare un territorio, ch'era la chiave di comunicazione fra Milano, e la Germania, e il di cui possesso l'abiliterebbe in ogni tempo a condurre con sicurezza le truppe dall'Austria ai suoi dominii nel nord dell'Italia. Per intervenire negli affari della Valtellina, trovò il pretesto, che gli era necessario di allontanare l'eresia dal Milanese, ch'era già stato non poco corrotto dal pestifero morbo.
      Le crudeltà, che furono praticate nel Milanese per estirpare le nuove opinioni, non si sono mai usate in alcun'altra parte d'Italia. Galeazzo Trezio, nobile di Lodi Pompeja, mentre era studente all'università di Pavia, fu imbevuto delle dottrine riformate da Mainardi, che allora era predicatore agostiniano, e vi si confermò colle istruzioni di Celio Secondo Curio. [395] Essendo caduto nelle mani dell'Inquisizione nel 1551, ed avendo ritrattato alcune concessioni, ch'era stato indotto a fare all'epoca del primo arresto, fu condannato ad essere bruciato vivo, morte che sopportò con la più edificante fortezza d'animo (575). La persecuzione divenne più generale, quando il duca d'Alba fu fatto governatore.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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