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      I più arditi, che per solito erano i più ignoranti, esponevano delle opinioni dure e contradittorie; le menti fuor di se stesse, e agitate da tante diverse dottrine, esse ondeggiavano fra estremi opposti, cosicchè non era cosa strana di sentire un giorno delle persone sostenere che Dio era autore di azioni criminose, che la santità non aveva alcun rapporto con la salvazione; e il giorno appresso inveire contro la dottrina della predestinazione, come conducente a queste odiose conseguenze. In generale, per altro erano quei contradittori discepoli di Serveto, la di cui credenza era un misto di massime degli anabattisti, e degli antitrinitarj, abbracciata come abbiamo veduto, da molti protestanti italiani.
      Francesco di Calabria, e Girolamo di Mantova furono i primi che destarono un rumore divulgando queste opinioni. Non era molto tempo, che erano stati stabiliti pastori nel distretto di Engadina, quando si sparse la voce, che questi novatori si sforzavano di persuadere il popolo che i neonati non debbono battezzarsi, che Dio è autore di azioni criminose, che il corpo e la carne, e la morte di Cristo non può essere utile alla salvazione dell'anima, e che le anime de' giusti dormono fino al giorno del giudizio. La chiesa di Lavin congedò Girolamo appena potè accertarsi de' suoi [408] dommi; ma il Calabrese seppe così bene, con le sue maniere, ed eloquenza incantare il suo gregge a Vettan, che questo si attaccò più tenacemente a lui e riguardò come oracoli le sue parole. Questa cieca fiducia del popolo diede maggior coraggio al pastore per perseverare nella carriera incominciata, mettendo(589) in non cale le ammonizioni dei suoi fratelli.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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