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      Ciò che solamente desidera da noi è, che non rimaniamo oziosi, inattivi, ma esercitati continuamente con quell'armatura di cui parla S. Paolo nel sesto capitolo delle Lettere agli Efesiani. Noi abbiamo un nemico potente che non sta mai in riposo; e Cristo col suo esempio ci ha mostrato, che si vince con le preghiere, e con la parola di Dio. Per amor di Cristo dunque che vi ha redento col suo prezioso sangue, vi prego di studiare attentamente le Sacre Scritture; pregando il Signore, che vi dia capacità per intenderle. Osservate il gran profeta David con quanta frequenza, e quanto ardore prega: "Signore, illuminatemi; insegnatemi la via; rinnovate in me un puro cuore." Mentre noi, come se fossimo già perfetti, nè studiamo, nè leggiamo. Paolo quel grand'apostolo dice ai Filippiani, che non capiva ancora, e stava sempre studiando. Noi dobbiamo ogni giorno fare dei progressi nella cognizione del Signore, e pregar sempre cogli apostoli che [481] la nostra fede si accresca, e con David: "Sostieni per via i passi miei." Noi abbiamo motivo di biasimar noi stessi per la nostra debolezza, perchè continuamente procuriamo di scusarla, e trascuriamo i rimedj che Cristo ci ha prescritti, orazioni cioè, e la sua divina parola. Credete voi che, dopo che ha fatto e sofferto tanto per noi egli, non adempirà alla sua amorosa promessa di accordarvi la forza che domandate? Non avrebbe inteso di concederla se non vi avesse invitato con tante promesse a domandarla, e per timore che nudriste qualche dubbio su ciò, ha giorato, che tutto quello, che chiederete al Padre in suo nome, vi sarà concesso.


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Istoria del progresso e dell'estinzione della Riforma in Italia nel secolo sedicesimo
di Thomas MacCrie
Tipogr. Lavagnino Genova
1858 pagine 449

   





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