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      Da questo timore spaventati, gli uomini tenevano gli esercizi militari vivi e onoravano chi era eccellente in quegli. Ma oggi questa paura in maggior parte è perduta; de' vinti, pochi se ne ammazza; niuno se ne tiene lungamente prigione, perché con facilità si liberano. Le città, ancora ch'elle si sieno mille volte ribellate, non si disfanno; lasciansi gli uomini ne' beni loro, in modo che il maggior male che si tema è una taglia; talmente che gli uomini non vogliono sottomettersi agli ordini militari e stentare tuttavia sotto quegli, per fuggire quegli pericoli de' quali temono poco. Di poi queste provincie d'Europa sono sotto pochissimi capi, rispetto allora; perché tutta la Francia obedisce a uno re, tutta l'Ispagna a un altro, l'Italia è in poche parti; in modo che le città deboli si difendono con lo accostarsi a chi vince, e gli stati gagliardi, per le cagioni dette, non temono una ultima rovina.
      COSIMO E' si sono pur vedute molte terre andare a sacco, da venticinque anni in qua, e perdere de' regni, il quale esemplo doverrebbe insegnare agli altri vivere e ripigliare alcuno degli ordini antichi.
      FABRIZIO Egli è quello che voi dite; ma se voi noterete quali terre sono ite a sacco, voi non troverrete ch'elle sieno de' capi degli stati, ma delle membra: come si vede che fu saccheggiata Tortona e non Milano, Capova e non Napoli, Brescia e non Vinegia, Ravenna e non Roma. I quali esempli non fanno mutare di proposito chi governa, anzi gli fa stare più nella loro opinione di potersi ricomperare con le taglie; e per questo non vogliono sottoporsi agli affanni degli esercizi della guerra, parendo loro, parte non necessario, parte uno viluppo che non intendono.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





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