Pagina (86/221)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Combattendo, adunque, se alcuno della prima o per morte o per ferite cadeva, subito entrava nel luogo suo quello che era di dietro nella seconda fila, e, nel luogo che rimaneva vòto della seconda, entrava quello che gli era dietro nella terza; e così successive in uno subito le file di dietro instauravano i difetti di quegli davanti; in modo che le file sempre restavano intere e niuno luogo era di combattitori vacuo, eccetto che la fila ultima, la quale si veniva consumando per non avere dietro alle spalle chi la instaurasse, in modo che i danni che pativano le prime file consumavano le ultime, e le prime restavano sempre intere; e così queste falangi, per l'ordine loro, si potevano piuttosto consumare che rompere, perché il corpo grosso le faceva più immobili. Usarono i Romani, nel principio, le falangi, e instruirono le loro legioni a similitudine di quelle. Di poi non piacque loro questo ordine, e divisero le legioni in più corpi, cioè in coorti e in manipuli; perché giudicarono, come poco fa dissi, che quel corpo avesse più vita, che avesse più anime, e che fusse composto di più parti, in modo che ciascheduna per sé stessa si reggesse. I battaglioni de' Svizzeri usano in questi tempi tutti i modi della falange, così nello ordinarsi grossi e interi, come nel sovvenire l'uno l'altro; e nel fare la giornata pongono i battaglioni l'uno a' fianchi dell'altro; e, se li mettono dietro l'uno all'altro, non hanno modo che il primo, ritirandosi, possa essere ricevuto dal secondo; ma tengono, per potere sovvenire l'uno l'altro, quest'ordine: che mettono uno battaglione innanzi e un altro dietro a quello in su la man ritta, tale che, se il primo ha bisogno d'aiuto, quello si può fare innanzi e soccorrerlo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





Romani Svizzeri