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      Pure, quando egli occorresse, che credo ch'egli occorrà spesso, che percuotano le schiere, che rimedio ne date? E poiché io mi sono cominciato dalle artiglierie, io voglio fornire tutta questa domanda, per non ne avere a ragionare più. Io ho sentito a molti spregiare l'armi e gli ordini degli eserciti antichi, arguendo come oggi potrebbono poco, anzi tutti quanti sarebbero inutili, rispetto al furore delle artiglierie; perché queste rompono gli ordini e passono l'armi in modo, che pare loro pazzia fare uno ordine che non si possa tenere, e durare fatica a portare una arme che non ti possa difendere.
      FABRIZIO Questa domanda vostra ha bisogno, perch'ella ha assai capi, d'una lunga risposta. Egli è vero che io non feci tirare l'artiglieria più che una volta, e ancora di quella una stetti in dubbio. La cagione è, perché egli importa più a uno guardare di non essere percosso, che non importa percuotere il nimico. Voi avete a intendere che, a volere che una artiglieria non ti offenda, è necessario o stare dov'ella non ti aggiunga, o mettersi dietro a uno muro o dietro a uno argine. Altra cosa non è che la ritenga, ma bisogna ancora che l'uno e l'altro sia fortissimo. Quegli capitani che si riducono a fare giornata, non possono stare dietro a' muri o agli argini, né dove essi non sieno aggiunti. Conviene adunque loro, poiché non possono trovare uno modo che gli difenda, trovarne uno per il quale essi sieno meno offesi; né possono trovare altro modo che preoccuparla subito. Il modo del preoccuparla è andare a trovarla tosto e rotto, non adagio e in mucchio; perché, con la prestezza, non se le lascia raddoppiare il colpo e, per la radità, può meno numero d'uomini offendere.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221