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      Il che si può fare facilissimamente, perché, volendo il nimico che l'artiglieria sua stia sicura, conviene ch'egli la ponga dietro nell'ultima parte degli intervalli; in modo che i colpi di quella, a volere che non offendano i suoi proprii, conviene passino per una linea retta e per quella medesima, sempre; e però col dare loro luogo, facilmente si possono fuggire; perché questa è una regola generale: che a quelle cose le quali non si possono sostenere, si ha a dare la via, come facevano gli antichi a' liofanti e a' carri falcati. Io credo, anzi sono più che certo, che vi pare che io abbia acconcia e vinta una giornata a mio modo; nondimeno io vi replico questo, quando non basti quanto ho detto infino a qui: che sarebbe impossibile che uno esercito, così ordinato e armato, non superasse nel primo scontro ogni altro esercito che si ordinasse come si ordinano gli eserciti moderni. I quali il più delle volte non fanno se non una fronte, non hanno scudi e sono di qualità disarmati, che non possono difendersi dal nimico propinquo; ed ordinansi in modo che, se mettono le loro battaglie per fianco l'una all'altra, fanno l'esercito sottile; se le mettono dietro l'una all'altra, non avendo modo a ricevere l'una l'altra, lo fanno confuso e atto ad essere facilmente perturbato. E benché essi pongano tre nomi agli loro eserciti e li dividano in tre schiere, antiguardo, battaglia e retroguardo, nondimeno non se ne servono ad altro che a camminare e a distinguere gli alloggiamenti; ma nelle giornate tutti gli obligano a uno primo impeto e a una prima fortuna.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221