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      Occorse ancora a Silla che, avendo mandati certi soldati a fare alcuna faccenda, ed essendo stati morti, disse, perché l'esercito suo non si sbigottisse, avergli con arte mandati nelle mani de' nimici perché gli aveva trovati poco fedeli. Sertorio, faccendo una giornata in Ispagna, ammazzò uno che gli significò la morte d'uno de' suoi capi, per paura che, dicendo il medesimo agli altri, non gli sbigottisse. È cosa difficilissima, uno esercito già mosso a fuggire, fermarlo e renderlo alla zuffa. E avete a fare questa distinzione: o egli è mosso tutto, e qui è impossibile restituirlo; o ne è mossa una parte, e qui è qualche rimedio. Molti capitani romani con il farsi innanzi a quegli che fuggivano, gli hanno fermi, faccendoli vergognare della fuga; come fece Lucio Silla, che, sendo già parte delle sue legioni in volta cacciate dalle genti di Mitridate, si fece innanzi con una spada in mano, gridando: - Se alcuno vi domanda dove voi avete lasciato il capitano vostro, dite: Noi lo abbiamo lasciato in Beozia che combatteva -. Attilio consolo a quegli che fuggivano oppose quegli che non fuggivano, e fece loro intendere che, se non voltavano, sarebbero morti dagli amici e da' nimici. Filippo di Macedonia, intendendo come i suoi temevano de' soldati sciti, pose dietro al suo esercito alcuni de' suoi cavagli fidatissimi, e commisse loro ammazzassono qualunque fuggiva; onde che i suoi, volendo più tosto morire combattendo che fuggendo, vinsero. Molti Romani, non tanto per fermare una fuga, quanto per dare occasione a' suoi di fare maggiore forza, hanno, mentre che si combatte tolta una bandiera di mani a' suoi e gittatala tra' nimici e proposto premi a chi la riguadagna.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





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