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      E dei, sopra ogni cosa, avere questa avvertenza, volendo fare il soldato ostinato alla zuffa: di non permettere che ne mandino a casa alcuna loro facultà, o depongano in alcuno luogo, infino ch'egli è terminata la guerra, acciò che intendano che, se 'l fuggire salva loro la vita, egli non salva loro la roba; l'amore della quale non suole meno di quella rendere ostinati gli uomini alla difesa.
      ZANOBI Voi avete detto come egli si può fare i soldati volti a combattere parlando loro. Intendete voi, per questo, che si abbia a parlare a tutto l'esercito, o a' capi di quello?
      FABRIZIO A persuadere o a dissuadere a' pochi una cosa è molto facile perché, se non bastano le parole, tu vi puoi usare l'autorità e la forza; ma la difficultà è rimuovere da una moltitudine una sinistra opinione e che sia contraria o al bene comune o all'opinione tua; dove non si può usare se non le parole le quali conviene che sieno udite da tutti, volendo persuadergli tutti. Per questo gli eccellenti capitani conveniva che fussono oratori, perché, sanza sapere parlare a tutto l'esercito, con difficultà si può operare cosa buona; il che al tutto in questi nostri tempi è dismesso. Leggete la vita d'Alessandro Magno, e vedete quante volte gli fu necessario concionare e parlare publicamente all'esercito; altrimenti non l'arebbe mai condotto, sendo diventato ricco e pieno di preda, per i deserti d'Arabia e nell'India con tanto suo disagio e noia; perché infinite volte nascono cose mediante le quali uno esercito rovina, quando il capitano o non sappia o non usi di parlare a quello; perché questo parlare lieva il timore, accende gli animi, cresce l'ostinazione, scuopre gl'inganni, promette premii, mostra i pericoli e la via di fuggirli, riprende, priega, minaccia, riempie di speranza, loda, vitupera, e fa tutte quelle cose per le quali le umane passioni si spengono o si accendono.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





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