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      Debbe uno capitano, tra tutte l'altre sue azioni, con ogni arte ingegnarsi di dividere le forze del nimico, o col fargli sospetti i suoi uomini ne' quali confida, o con dargli cagione ch'egli abbia a separare le sue genti e, per questo, diventare più debole. Il primo modo si fa col riguardare le cose di alcuno di quegli ch'egli ha appresso, come è conservare nella guerra le sue genti e le sue possessioni, rendendogli i figliuoli o altri suoi necessari sanza taglia. Voi sapete che Annibale, avendo abbruciato intorno a Roma tutti i campi, fece solo restare salvi quegli di Fabio Massimo. Sapete come Coriolano, venendo con l'esercito a Roma, conservò le possessioni dei nobili e quelle della plebe arse e saccheggiò. Metello, avendo lo esercito contro a Iugurta, tutti glioratori che da Iugurta gli erano mandati, erano richiesti da lui che gli dessono Iugurta prigione: e a quegli medesimi scrivendo di poi della medesima materia lettere, operò in modo che in poco tempo Iugurta insospettì di tutti i suoi consiglieri e in diversi modi gli spense. Essendo Annibale rifuggito ad Antioco, gli oratori romani lo praticarono tanto domesticamente, che Antioco, insospettito di lui, non prestò di poi più fede a' suoi consigli. Quanto al dividere le genti nimiche, non ci è il più certo modo che fare assaltare il paese di parte di quelle acciò che, essendo costrette andare a difendere quello, abbandonino la guerra. Questo modo tenne Fabio, avendo all'incontro del suo esercito le forze de' Franzesi, de' Toscani, Umbri e Sanniti.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





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