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      Dall'altra parte, i capitani eccellenti hanno usato vari termini per affamare il nimico. Fabio lasciò seminare a' Campani, acciò che mancassero di quel frumento che seminavano. Dionisio, essendo a campo a Reggio, finse di volere fare con loro accordo, e durante la pratica si faceva provvedere da vivere, e quando poi gli ebbe per questo modo voti di frumento, gli ristrinse ed affamogli. Alessandro Magno, volendo espugnare Leucadia, espugnò tutti i castegli allo intorno, e gli uomini di quegli lasciò rifuggire in quella; e così, sopravvenendo assai moltitudine, l'affamò. Quanto agli assalti, si è detto che altri si debbe guardare dal primo impeto, col quale i Romani occuparono molte volte di molte terre, assaltandole ad un tratto e da ogni parte, e chiamavanlo «Aggredi urbem corona», come fece Scipione quando occupò Cartagine Nuova in Ispagna. Il quale impeto se si sostiene, con difficultà sei poi superato. E se pure egli occorresse che il nimico fusse entrato dentro nella città per avere sforzate le mura, ancora i terrazzani vi hanno qualche rimedio, se non si abbandonano; perché molti eserciti sono, poi che sono entrati in una terra, stati o ributtati o morti. Il rimedio è che i terrazzani si mantengano ne' luoghi alti e dalle case e dalle torri gli combattano. La quale cosa coloro che sono entrati nelle città si sono ingegnati vincere in due modi: l'uno, con aprire le porte della città e fare la via a' terrazzani che securamente si possano fuggire; l'altro, col mandare fuora una voce che signific


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





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