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      Donde che non mi è parso delle cose antiche ragionare altro che quello che io ho giudicato a tale introduzione necessario. So ancora che io mi arei avuto ad allargare più sopra la milizia a cavallo e di poi ragionare della guerra navale, perché chi distingue la milizia dice come egli è uno esercizio di mare e di terra, a piè e a cavallo. Di quello di mare io non presumerei parlare, per non ne avere alcuna notizia; ma lascieronne parlare a' Genovesi e a' Viniziani, i quali con simili studi hanno per lo addietro fatto gran cose. De' cavagli ancora non voglio dire altro che di sopra mi abbia detto, essendo, come io dissi, questa parte corrotta meno. Oltre a questo, ordinate che sono bene le fanterie, che sono il nervo dello esercito, si vengono di necessità a fare buoni cavagli. Solo ricorderei a chi ordinasse la milizia nel paese suo per riempierlo di cavagli, facesse due provvedimenti: l'uno, che distribuisse cavalle di buona razza per il suo contado e avvezzasse i suoi uomini a fare incette di puledri come voi in questo paese fate de' vitegli e de' muli; l'altro, acciò che gli incettanti trovassero il comperatore, proibirei il potere tenere mulo ad alcuno che non tenesse cavallo, talmente che chi volesse tenere una cavalcatura sola fusse costretto tenere cavallo; e di più, che non potesse vestire di drappo se non chi tenesse cavallo. Questo ordine intendo essere stato fatto da alcuno principe ne' nostri tempi, e in brevissimo tempo avere nel paese suo ridotto una ottima cavalleria.


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Dell'arte della guerra
di Niccolò Machiavelli
pagine 221

   





Genovesi Viniziani