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      La cagione è, che non può essere uno uomo di tanta vita, che 'l tempo basti ad avvezzare bene una città lungo tempo male avvezza. E se uno d'una lunghissima vita, o due successione virtuose continue, non la dispongano; come la manca di loro, come di sopra è detto, rovina, se già con dimolti pericoli e dimolto sangue e' non la facesse rinascere. Perché tale corruzione e poca attitudine alla vita libera, nasce da una inequalità che è in quella città: e volendola ridurre equale, è necessario usare grandissimi straordinari, i quali pochi sanno o vogliono usare; come in altro luogo più particularmente si dirà.
     
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      In che modo nelle città corrotte
      si potesse mantenere uno stato libero,
      essendovi; o, non vi essendo,
      ordinarvelo.
     
     
      Io credo che non sia fuora di proposito, né disforme dal soprascritto discorso, considerare se in una città corrotta si può mantenere lo stato libero, sendovi; o quando e' non vi fusse, se vi si può ordinare. Sopra la quale cosa, dico, come gli è molto difficile fare o l'uno o l'altro: e benché sia quasi impossibile darne regola, perché sarebbe necessario procedere secondo i gradi della corruzione; nondimanco, essendo bene ragionare d'ogni cosa, non voglio lasciare questa indietro. E presupporrò una città corrottissima, donde verrò ad accrescere più tale difficultà; perché non si truovano né leggi né ordini che bastino a frenare una universale corruzione. Perché, così come gli buoni costumi, per mantenersi, hanno bisogno delle leggi; così le leggi, per osservarsi, hanno bisogno de' buoni costumi.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427