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      Da questo esemplo si può conoscere, in parte, delle cagioni della inutilità de' soldati mercenari; i quali non hanno altra cagione che gli tenga fermi, che un poco di stipendio che tu dai loro. La qual cagione non è né può essere bastante a fargli fedeli, né tanto tuoi amici, che voglino morire per te. Perché in quegli eserciti che non è un'affezione verso di quello per chi e' combattono, che gli faccia diventare suoi partigiani, non mai vi potrà essere tanta virtù che basti a resistere a uno nimico un poco virtuoso. E perché questo amore non può nascere, né questa gara, da altro che da' sudditi tuoi; è necessario, a volere tenere uno stato, a volere mantenere una republica o uno regno, armarsi de' sudditi suoi: come si vede che hanno fatto tutti quelli che con gli eserciti hanno fatto grandi profitti. Avevano gli eserciti romani sotto i Dieci quella medesima virtù; ma perché in loro non era quella medesima disposizione, non facevono gli usitati loro effetti. Ma come prima il magistrato de' Dieci fu spento, e che loro come liberi cominciorono a militare, ritornò in loro il medesimo animo; e per consequente, le loro imprese avevono il loro fine felice, secondo l'antica consuetudine loro.
     
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      Una moltitudine sanza capo è inutile:
      e come e' non si debbe minacciare prima,
      e poi chiedere l'autorità.
     
     
      Era la plebe romana, per lo accidente di Virginia, ridotta armata nel Monte Sacro. Mandò il Senato suoi ambasciadori a dimandare con quale autorità gli avevano abbandonati i loro capitani, e ridottosi nel Monte.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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