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      per le quali viene a quella potenza.
     
     
      Vedesi, per il soprascritto discorso, quanto credito acquistasse la Nobilità con la plebe, per le dimostrazioni lette in beneficio suo, sì del soldo ordinato, sì ancora del modo del porre i tributi. Nel quale ordine se la Nobilità si fosse mantenuta, si sarebbe levato via ogni tumulto in quella città, e sarebbesi tolto ai Tribuni quel credito che gli avevano con la plebe, e, per consequente, quella autorità. E veramente, non si può in una republica, e massime in quelle che sono corrotte, con miglior modo, meno scandoloso e più facile, opporsi all'ambizione di alcuno cittadino, che preoccupandogli quelle vie, per le quali si vede che esso cammina per arrivare al grado che disegna. Il quale modo se fusse stato usato contro a Cosimo de' Medici, sarebbe stato miglior partito assai per gli suoi avversari, che cacciarlo da Firenze: perché, se quegli cittadini che gareggiavano seco avessero preso lo stile suo, di favorire il popolo, gli venivano, sanza tumulto e sanza violenza, a trarre di mano quelle armi di che egli si valeva più. Piero Soderini si aveva fatto riputazione nella città di Firenze con questo solo, di favorire l'universale; il che nello universale gli dava riputazione, come amatore della libertà della città. E veramente, a quegli cittadini che portavano invidia alla grandezza sua, era molto più facile, ed era cosa molto più onesta, meno pericolosa, e meno dannosa per la republica, preoccupargli quelle vie con le quali si faceva grande, che volere contrapporsegli, acciocché con la rovina sua rovinassi tutto il restante della republica.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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