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      Perché, se gli avessero levato di mano quelle armi con le quali si faceva gagliardo (il che potevono fare facilmente), arebbono potuto in tutti i consigli e in tutte le diliberazioni publiche opporsegli sanza sospetto e sanza rispetto alcuno. E se alcuno replicasse che, se i cittadini che odiavano Piero, feciono errore a non gli preoccupare le vie con le quali ei si guadagnava riputazione nel popolo, Piero ancora venne a fare errore, a non preoccupare quelle vie per le quali quelli suoi avversari lo facevono temere. Di che Piero merita scusa, sì perché gli era difficile il farlo, sì perché le non erano oneste a lui; imperocché le vie con le quali era offeso, erano il favorire i Medici; con li quali favori essi lo battevano, ed alla fine lo rovinarono. Non poteva, pertanto, Piero onestamente pigliare questa parte, per non potere distruggere con buona fama quella libertà, alla quale egli era stato preposto guardia: dipoi, non potendo questi favori farsi segreti e a un tratto, erano per Piero pericolosissimi; perché comunche ei si fusse scoperto amico ai Medici, sarebbe diventato sospetto ed odioso al popolo: donde ai nimici suoi nasceva molto più commodità di opprimerlo, che non avevano prima.
      Debbono, pertanto, gli uomini in ogni partito considerare i difetti ed i pericoli di quello, e non gli prendere, quando vi sia più del pericoloso che dell'utile; nonostante che ne fussi stata data sentenzia conforme alla diliberazione loro. Perché, faccendo altrimenti, in questo caso interverrebbe a quelli come intervenne a Tullio; il quale, volendo tôrre i favori a Marc'Antonio, gliene accrebbe.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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