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      Perché, ciascuno dì, occorre che l'uno principe con l'altro, o l'una republica con l'altra, fanno lega ed amicizia insieme: ed ancora similmente si contrae confederazione ed accordo intra una republica ed uno principe: mi pare da esaminare qual fede è più stabile, e di quale si debba tenere più conto, o di quella d'una republica, o di quella d'uno principe. Io, esaminando tutto, credo che in molti casi ei sieno simili ed in alcuni vi sia qualche disformità. Credo, per tanto, che gli accordi fatti per forza non ti saranno né da uno principe né da una republica osservati; credo che, quando la paura dello stato venga, l'uno e l'altro, per non lo perdere, ti romperà la fede, e ti userà ingratitudine. Demetrio, quel che fu chiamato espugnatore delle cittadi, aveva fatto agli Ateniesi infiniti beneficii: occorse dipoi, che, sendo rotto da' suoi inimici, e rifuggendosi in Atene come in città amica ed a lui obligata, non fu ricevuto da quella: il che gli dolse assai più che non aveva fatto la perdita delle genti e dello esercito suo. Pompeio, rotto che fu da Cesare in Tessaglia, si rifuggì in Egitto a Tolomeo, il quale era per lo adietro da lui stato rimesso nel regno; e fu da lui morto. Le quali cose si vede che ebbero le medesime cagioni: nondimeno fu più umanità usata e meno ingiuria dalla republica, che dal principe. Dove è, pertanto, la paura, si troverrà in fatto la medesima fede. E se si troverrà o una republica o uno principe, che, per osservarti la fede, aspetti di rovinare, può nascere questo ancora da simili cagioni.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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