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      E Tito Livio dice come, preso Veio, e' vi mandarono una colonia, e distribuirono a ciascuno tre iugeri e sètte once di terra; che sono, al modo nostro.... Perché, oltre alle cose soprascritte, e'giudicavano che non lo assai terreno, ma il bene cultivato, bastasse. È necessario bene, che tutta la colonia abbi campi publici dove ciascuno possa pascere il suo bestiame, e selve dove prendere del legname per ardere; sanza le quali cose non può una colonia ordinarsi.
     
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      La cagione perché i popoli si partono
      da' luoghi patrii, ed inondano
      il paese altrui.
     
     
      Poiché di sopra si è ragionato del modo nel procedere nella guerra osservato da' Romani, e come i Toscani furono assaltati da' Franciosi, non mi pare alieno dalla materia discorrere, come le si fanno di dua generazioni guerre. L'una è fatta per ambizione de' principi o delle republiche, che cercano di propagare lo imperio; come furono le guerre che fece Alessandro Magno, e quelle che fecero i Romani, e quelle che fanno, ciascuno dì, l'una potenza con l'altra. Le quali guerre sono pericolose, ma non cacciano al tutto gli abitatori d'una provincia; perché e' basta, al vincitore, solo la ubbidienza de' popoli, e il più delle volte gli lascia vivere con le loro leggi, e sempre con le loro case, e ne' loro beni. L'altra generazione di guerra è quando uno popolo intero con tutte le sue famiglie si lieva d'uno luogo, necessitato o dalla fame o dalla guerra, e va a cercare nuova sede e nuova provincia; non per comandarla, come quegli di sopra, ma per possederla tutta particularmente, e cacciarne o ammazzare gli abitatori antichi di quella.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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