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      Dall'altra parte si dice: come, aspettando il nimico, si aspetta con assai vantaggio, perché, sanza disagio alcuno, tu puoi dare a quello molti disagi di vettovaglie, e d'ogni altra cosa che abbia bisogno uno esercito: puoi meglio impedirgli i disegni suoi, per la notizia del paese che tu hai più di lui: puoi con più forze incontrarlo, per poterle facilmente tutte unire, ma non potere già tutte discostarle da casa: puoi, sendo rotto, rifarti facilmente; sì perché del tuo esercito se ne salverà assai, per avere i rifugi propinqui; sì perché il supplimento non ha a venire discosto: tanto che tu vieni ad arristiare tutte le forze, e non tutta la fortuna; e, discostandoti, arrischi tutta la fortuna, e non tutte le forze. Ed alcuni sono stati che, per indebolire meglio il suo nimico, lo lasciono entrare parecchi giornate in su il paese loro, e pigliare assai terre; acciò che, lasciando i presidii in tutte, indebolisca il suo esercito, e possinlo dipoi combattere più facilmente.
      Ma, per dire ora io quello che io ne intendo, io credo che si abbia a fare questa distinzione: o io ho il mio paese armato, come i Romani, o come hanno i Svizzeri, o io l'ho disarmato, come avevano i Cartaginesi, o come l'hanno il re di Francia e gli Italiani. In questo caso, si debbe tenere il nimico discosto a casa; perché, sendo la tua virtù nel danaio e non negli uomini, qualunque volta ti è impedita la via di quello, tu sei spacciato; né cosa veruna te lo impedisce quanto la guerra di casa. In esempli ci sono i Cartaginesi; i quali, mentre che ebbono la casa loro libera, potettono con le rendite fare guerra con i Romani; e quando l'avevano assaltata, non potevano resistere ad Agatocle.


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Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
di Niccolò Machiavelli
pagine 427

   





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